Cosa significa essere vicedirettore del sito di informazione più irriverente d’Italia?
Quali sono le responsabilità, le pressioni, gli stati d’animo nel pubblicare notizie che a volte fanno tremare equilibri politici, grandi organizzazioni economiche? Che sensazioni si provano a pubblicare la fine di una relazione sentimentale, specialmente se poi la stessa ha contraccolpi su sistemi finanziari rilevanti?
Di questo e di molto altro si è parlato con Riccardo Panzetta, vicedirettore del sito di informazione DAGOSPIA, nel corso dell’evento organizzato il 24 febbraio negli spazi di Sviluppo Italia Molise a Campochiaro che ospitano il Molise Contamination LAB.
Panzetta, nonostante la sua carta d’identità “indichi” 42 anni, ha alle spalle una lunghissima esperienza giornalistica, accompagnata da una grande formazione accademica. Irpino di origine, romano di adozione, è ormai uno dei riferimenti di Roberto D’Agostino, l’eclettico fondatore del sito Dagospia e che ormai da anni gli ha affidato la scrivania numero due della redazione. “Una redazione molto corta, ha confessato Panzetta, composta da un numero di colleghi sicuramente inferiore rispetto a redazioni di altri siti di informazione e dei nostri fabbisogni”.
(Ovviamente a seguito di questa dichiarazione più di qualche giovane presente con il sogno del giornalismo e della scrittura avrà pensato di inviare una propria candidatura alla redazione di Dagospia!)
Circa 50 i partecipanti all’incontro, a cui Panzetta ha descritto alcuni momenti tra i più significativi della sua esperienza giornalistica, compreso il passaggio dal cartaceo al digitale, il rapporto con i social network e le app, le transizioni più impattanti relative alle modalità comunicative dal punto di vista delle immagini e del linguaggio che hanno reso Dagospia unico nel panorama dell’informazione nazionale.
Si parte con 30 minuti a braccio di racconti ed episodi, dalla telefonata tra Berlusconi e D’Agostino, alle pressioni che ogni giorno vengono ricevute per pubblicare o non pubblicare notizie, alla gestione delle fonti, passando per quel confine umano che, anche nel caso di Dagospia, esiste e attraversa cuori e menti di chi lì ci lavora.
Dopo aver rotto il ghiaccio con la sua piacevole e approfondita introduzione, la professoressa Francesca Di Virgilio, nella FIRESIDE Chat che ha condotto, ha spostato la discussione nel suo campo privilegiato, ossia quello relativo all’organizzazione aziendale, le risorse umane e la comunicazione interna, approfondendo la gestione dei rapporti tra colleghi e collaboratori, le performance prefissate, nonché l’impostazione complessiva di un’azienda che da anni raggiunge obiettivi rilevanti. Anche su questo tema molto specifico Panzetta ha mostrato estrema competenza e conoscenza, oltre che padronanza. Su questi argomenti che tracciano le interazioni interne aziendali e le relazioni esterne, è stata singolare la sua idea della necessità di abbracciare anche il conflitto come una componente utile e attiva, guardando al confronto, anche aspro, come punto di partenza per una crescita collettiva e come scintilla per creare innovazione e progresso.
In altre parole, la sfida, la diversità e quelle che sembrano ostilità, possono essere elementi molto efficaci per la nascita di nuove relazioni stabili e proficue in ambito professionale.
Ampio spazio, poi, alle domande di ragazzi e ragazze che hanno incalzato un Panzetta ovviamente iper reattivo anche dinanzi a domande pungenti, come quelle rispetto alla relazione con i sistemi di potere, alla diffusione di notizie estremamente delicate, ai rapporti con partner economici e istituzioni. Panzetta, anche qui, non ha deluso offrendo considerazioni e riflessioni al posto di semplici risposte, descrivendo un metodo comportamentale più che singoli episodi.
Il professor Michele Modina, che ha coordinato l’evento, ha voluto tenere per sé qualche provocazione conclusiva su temi disparati, come gli aspetti economici e finanziari di un sito da centinaia di migliaia di lettori al giorno e sul modello di business adottato da una realtà comunque economicamente rilevante, a giudicare dai record che segna di anno in anno in termini di risultati..e numeri.
Tra le domande a bruciapelo e tra le più significative, quella per conoscere l’approccio e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sempre più presente e utilizzata nella produzione di contenuti e che nell’editoria inizia ad avere un forte impatto sociale ed economico.
Laconicamente, da persona che difficilmente si trova in difficoltà, Panzetta l’ha definita una scomoda alleata, racchiudendo in due semplici parole quanto essa oggi sia contemporaneamente utile e fastidiosa, ma sottolineando che per molto tempo ancora non potrà sostituire la passione, la professionalità, la creatività e la dimensione relazionale che un giornalista mette in campo ogni giorno.
Un giornalista di Dagospia, soprattutto!
Sulla domanda relativa al ruolo che l’Intelligenza Artificiale ha nel suo settore, Panzetta l’ha definita “una scomoda alleata”, sottolineando il suo potenziale per migliorare l’efficienza dei prodotti finali ma anche evidenziando qualche limite relativo all’interpretazione di fatti ed eventi, nonché le complessità sulla convivenza con essa.
L’evento organizzato con Riccardo Panzetta non ha deluso le attese e si è rivelato occasione per riflettere, oltre che sui media attuali, sulla dinamica tra conflitto, contaminazione e intelligenza artificiale: argomenti più che attuali e quotidiani nel contesto del Molise Contamination Lab.
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