77 progetti, 77 idee, 77 team.
Che cosa ha spinto tutte queste persone a competere per realizzare la propria startup?
Corre d’obbligo una premessa: probabilmente nessuno di quanti hanno partecipato a questa competizione, magari quando l’idea ancora non prendeva forma, ha mai pensato di realizzare un’impresa. Parafrasando l’incipit di un famoso film: in principio fu la passione, perché di quella si tratta!
Nel mio caso, ad esempio, è stata quella per l’apprendimento e il tentativo di essere il miglior docente possibile per i miei studenti. Questo forte desiderio mi ha portato ad approfondire molte questioni relative alla comprensione, al punto da arrivare a creare un software attraverso cui gli studenti potessero imparare, utilizzando un metodo di studio basato sulle evidenze scientifiche.
Questa è la ragione per la quale ho partecipato all’edizione 2024 del PNICube che si è svolta a Roma i primi di dicembre.
ll Premio Nazionale per l’Innovazione è la più grande e capillare Business plan competition d’Italia che seleziona i migliori progetti di start-up ad elevato potenziale di innovazione deep tech che emergono nell’ambito delle Università e degli EPR.
Di fronte ad una platea di centinaia di persone ho illustrato la mia idea, ma soprattutto ho avuto l’opportunità di ascoltare quelle di altri 76 team provenienti da tutta Italia.
È difficile poter spiegare l’esperienza che si vive in quelle ore in cui tutto è talmente concentrato e “scalettato”, tanto da non lasciare il tempo di comprendere cosa effettivamente stia succedendo!
Un vero e proprio bombardamento di proposte, tutte brillanti, innovative, estrose, presentate da pitch accattivanti che hanno fatto volar via le giornate. Dietro ogni idea scopri che c’è un team di persone preparatissime, volenterose, sognatrici tra cui non mancano, ad esempio, docenti affermati e ricercatori in medicina, chimica, ingegneria, informatica…
A distanza di alcuni giorni si può riflettere lucidamente su quanto sia stata formativa quell’esperienza, condivisa da decine di colleghi studenti, ciascuno animato dalla voglia di creare, di realizzare un progetto su cui magari sta investendo anni di vita. Questo è ciò che è successo anche al mio team: da più di un anno condividiamo, quasi quotidianamente, gli sforzi per realizzare il nostro progetto imprenditoriale. Forse non ce la faremo, forse non diventeremo mai imprenditori; però il percorso nel Contamination lab del Molise ci ha permesso di condividere il nostro tempo e la nostra passione. Il C-lab ci ha permesso di evolvere e di arricchirci come esseri umani e cittadini, consapevoli che realizzare sé stessi in un’impresa significa anche rendere un servizio al territorio che ha investito sulla nostra formazione.
E poco importa se non tutti potranno farcela. In quelle ore, in quelle giornate tra le mura di Tor Vergata, siamo stati tutti accomunati dalla stessa identica voglia: dare vita al proprio sogno.