E’ fuori discussione che il mondo delle supercar e delle fuoriserie che vediamo sfrecciare (e che in pochi possono permettersi) ha da sempre un certo fascino.
Soltanto pronunciare il nome di Ferrari, Lamborghini, McLaren, a volte ci basta per enfatizzare un concetto o per sognare a occhi aperti.
Anche se siamo dinanzi a desideri o comunque argomenti fuori portata della massa, c’è chi quei bolidi, nella realtà, comunque li progetta, ne studia le prestazioni, coordina squadre che concretamente li realizzano. E in Molise forse pochi sanno che uno dei maggiori esperti in questo campo è un ingegnere di Termoli, Luciano de Oto, che da anni ormai rappresenta un punto fermo a livello internazionale del disegno automobilistico, ingegnere aerodinamico e attuale Vehicle Design Engineering Director di McLaren.
E il CLab non poteva non annoverare tra i suoi ospiti una simile personalità, che ha fatto arrivare nei locali di Sviluppo Italia a Campochiaro un folto pubblico appassionato e curioso, anche da fuori Regione, ovviamente insieme ai giovani partecipanti al progetto.
Giusto qualche convenevole e semaforo verde con De Oto che ha raccontato storie particolarmente singolari fatte di sfide e di successi che hanno tracciato la sua carriera nel mondo automobilistico. Non una lezione, ma una piacevole chiacchierata partita dagli albori della sua carriera, con il lavoro nel Team Minardi F1 per poi approdare in Ferrari e Lamborghini, marchi per i quali ha curato il design di alcune delle auto più riconoscibili tra cui la Gallardo, la Murcielago, la Aventador, la Huracan e la Urus, per giungere in McLaren.
Durante l’iniziativa De Oto nei suoi aneddoti, oltre a descrivere le numerose soddisfazioni che il suo talento e il suo lavoro gli hanno donato, ha voluto sottolineare con grande enfasi i suoi insuccessi, alcuni suoi limiti e gli errori compiuti, proprio per offrire ai giovani presenti una visione della professione e delle dinamiche lavorative da una prospettiva spesso nascosta, in quanto più scomoda da raccontare.
Naturalmente una introduzione dettagliata, articolata, puntuale ma allo stesso tempo colloquiale, che ha prevedibilmente innescato la curiosità dei presenti che hanno incalzato De Oto. Quali sono le caratteristiche di un buon manager? Come ha fatto Ferruccio Lamborghini a trasformare una piccola casa automobilistica nata quasi per sfida in uno dei top brand dell’automotive su scala globale? Come è cambiato negli anni il suo lavoro? Come si approccia a cambiamenti importanti?
Attraverso le sue risposte De Oto ha voluto sottolineare l’importanza di possedere competenze tecniche solide, la necessità di creare una cultura che punti all’eccellenza e soprattutto la chiara comunicazione con il proprio team. “Un manager ispiratore è in grado di motivare il team, stimolare la creatività e creare un ambiente in cui ogni membro si sente valorizzato e coinvolto nel processo decisionale. Un buon leader si sforza di non cedere a sentimenti negativi davanti al suo gruppo, perché il suo umore molto spesso diventa quello di chi sovraintende e di conseguenza quello negativo mette a rischio la buona riuscita di un progetto”.
Il professor Michele Modina che ha coordinato la FIRESIDE Chat, ha fatto sì che De Oto entrasse nel merito dei temi legati ai modelli di business che contraddistinguono le diverse realtà vissute, le differenze di approccio che si riscontrano nelle differenti realtà in cui ha operato, le strategie migliori per lavorare a un progetto di successo. Ma anche l’aspetto umano e relazionale si è più volte mostrato durante l’incontro, regalando una versione di De Oto comunque attenta al futuro dei giovani della sua terra, all’interno di un contesto -quello del Contamination Lab- che si conferma luogo di formazione, crescita, stimolo.
Da De Oto abbiamo appreso un metodo: come lui ha raccontato di registrare da giovane il suono dei motori in pista per poi riascoltarli e approfondirne caratteristiche e diversità, anche al CLab ripercorreremo di tanto in tanto le nostre iniziative per coglierne i momenti più significativi e registrare le contaminazioni positive che ha generato.
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